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lunedì 16 aprile 2018

La poesia di Vittorio Butera.

 

La poesia di Vittorio Butera


La poesia di Vittorio Butera, per tanti di noi, ha il potere magico di riportarci indietro nel tempo " A ttiempi e mo luntani un sse sa qquantu ", " a ri felici tiempi e quatraranza " quando " a nanna filava chianu, chianu 'tramente me cuntava 'nna rumanza". Essa ci dà la possibilità di rituffarci nel passato e ritrovare e rivivere tante storie di gente e d'animali che Butera racconta con lo stesso linguaggio, lo stesso tono sommesso dei nostri avi e, come allora con una morale già implicita nel racconto.
Con lui si ha l'impressione di accompagnarci a un vecchio amico che ci prende per mano, e, con un sorriso bonario, ci guida tra i luoghi del paese a lui familiari, raccontandoci fatti, descrivendoci paesaggi, facendoci conoscere persone , animali e cose.

mercoledì 11 aprile 2018

Il linguaggio cinematografico di Vittorio Butera.



Nella poesia di Vittorio Butera si alternano momenti di pura liricità (canti) a momenti narrativi (cunti), ma sia negli uni che negli altri, compare sempre, diventando una caratteristica costante, la sua volontà descrittiva. La maggior parte dei suoi componimenti sono un susseguirsi d'immagini: paesaggi, personaggi, animali. Sono immagini di cui il poeta si serve per suggerire al lettore sensazioni e riflessioni; immagini che parlano da sole e che non necessitano di nessun commento. Quando questo c'è , diventa un'appendice inutile.
Vittorio Butera eccelle nell'uso della parola o della frase visualizzante. Come un cineasta egli ci trasporta qua e là con la sua penna- cinepresa, ora puntando sull'insieme, ora arrestandosi e ingrandendo il particolare. Con un cambio frequente di metrica interviene anche sull'azione, a volte accelerandola, a volte rallentandola. Una serie di sequenze ben collegate che danno al lettore spettatore la possibilità di seguire e di capire senza difficoltà lo sviluppo della vicenda.
Per renderci conto di queste suo modo di procedere analizziamo alcune sue poesie: