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lunedì 27 ottobre 2014

Resoconti. Al Prof. Gaetano. 1925

               Illustre professore,
Un piccolo malore
M'ha nel letto  conflitto,
E questa è la ragione
Per cui non v'ho più scritto.
               Si tratta di lombaggine
La quale, come il medico m'ha detto,
Sarà una stupidaggine
Ma frattanto m'impone
Di star supino a letto.


       I ladruncoli usati
Seguendo sempre del giardin la via,
Di nuovo penetrati
Son  nella villa di vossignoria.
     Un vetro han prima rotto
E poscia, per dispetto
Han tolto dal condotto
Dell'acqua un rubinetto.
   L'indomani mattina
S'ebbe nella cucina
Un grande allagamento:
M'abbiamo riparato
Non senza un  qualche stento.
    Della notturna visita per segno
Gli ignoti  hanno lasciato
Una scala di legno.
Se l'erano portata
per salire sul tetto
E rompere le tegole a dispetto.
       Pare che questi bravi
Ignoti ladri tengano a provare
Che si possa lo stesso
La villa rubacchiare
Malgrado un altro, adesso,
Ne possegga le chiavi.
   Sei giorni fa, mandato
Dai suoi superiori,
Un ingegnere la villa ha visitato
 E di dentro e di fuori.
Avendomi esibito
Una vostra missiva con l'invito
Di aprirgli il casamento
Com'era mio dovere, sul momento
Io l'ho servito.
  E lui, dopo un attento
Esame ha decretato:
Quello ch'è stato è stato;
Ma la cucina grossa
Non deve essere mossa.
In precedenza, essendo da voi stato
all'uopo autorizzato,
avevo incominciato,
A muoverla dal sito,
Ma non vi son riuscito.
     Il bagno, le vaschette e il lavandino
Invece l'ho levati
E ve l'ho conservati
In magazzino,
Ma la cucina, no; ch'è molto duro
Distaccarla dal muro.
   Ancor mi resta da notificare
Che il forte vento della notte andata
Ha avuto tanta forza da buttare
Del muro del giardino una fiancata.
Ditemi voi che cosa devo fare.
     Dopo scritto. V'ho scritto  in poesia
Perchè da un professore d'ostetricia,
Quale voi siete accorto,
Possa sentirmi dir siete un aborto!
Ed ora, un'altra cosa:
Dopo ben anni due
Di pene e di lavoro,
Del mutuo mio la pratica riposa
Laggiù, nel Ministero del Tesoro,
Col numero uno-nove trentadue.
    Aiutatemi voi , se lo potete
E di me disponete.
Mi dico, finalmente con sincera
Gratitudine, il vostro V. Butera.




          

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