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martedì 31 marzo 2009

lettera di raccomandazione


dal libro : lettere in prosa e in versi

Attività Centro Studi 2008

25 gennaio 2008

La prof.ssa Vittoria Butera, presso la sede Uniter di Lamezia Terme, ha tenuto una conferenza dal tema: " 'U cuntu in Butera e nella tradizione locale".

Maggio 2008
Alcune classi delle scuole elementari di Decollatura guidate dalle loro maestre, Lina Volpe e Maria Greco, si sono recate a Conflenti per visitare i luoghi descritti da Vittorio Butera nelle sue poesie.
Ha guidato il gruppo nelle vie del paese la prof.ssa Vittoria Butera,

incontro

Il 14 aprile 2009 la prof.ssa Vittoria Butera, a Nocera Terinese Marina, nella locale Scuola Media,

terrà un incontro su: " il tema della legalità nelle favole in versi di Vittorio Butera"

lunedì 30 marzo 2009


Presentazione a Conflenti, nel sagrato del Santuario, del libro di Antonio Coltellaro: La lingua di Vittorio Butera

Da sinistra il dottor Giovanni Paola, il sindaco di Conflenti dottor Franco Esposito, il dirigente del Centro Unla di Conflenti prof. Corrado Porchia, il prof. Antonio Coltellaro

domenica 29 marzo 2009

L’Auni e ru lupu

Intra ‘nu vuoscu flttu de carigli
Passa ‘nna diligenza mai viduta;
‘A guìdanu a bbicenna dui cunigli,
‘A tìradi ‘na piecura furzuta.
I passiggieri su’ qquattr ‘àuni janchi,
Muorti de suonnu, ‘mpilurciati e stanchi.

‘E rote, tutte quante digallate,
Càntanu ad ogne ggiru ‘na canzuna.
Vola ru vientu ‘e pàmpine siccate,
More a ppunente ‘u primu quartu ‘e luna.
Ognunu ‘n core ha ra malincunia
De quannu nne fà nnotte ppe’ ra via.

A ra ‘ntrasata, ‘e ‘nu vallune cupu,
Ccu ll’uocchi ‘e fore, li se fice avanti,
Àutu ccussì, ‘nnu santuddiu de lupu
Chi, tale e qquale all’usu d’’i briganti,
Latràudi forte: — Nullu mu pipita,
E ffore i sordi si vuliti ‘a vita! —

L‘àuni, a ‘ssa vuce, ‘nsùbbitu trimaru
E, ttutti quanti, ‘e vurzicelle chjne
De marenghe, d’anella e dde catine,
‘N terra, senza jatare, divacaru.
‘U pratu nne lucìu cumu ‘e matina
Luce a ru sule, affusu d’acquazzina.

Ma mentre ‘u lupu, intra ‘nu tascappane,
Se stava rricugliennu ‘a rifurtiva,
De tutta curza, supra postu, arriva
Dde ‘na turra vicina ‘u miegliu cane.
Scappa ru lupu e llassa abbannunatu
Chiru bbene de Ddiu chi avìa arrubbatu.

Allura succidìu ‘nnu parapiglia,
E cchill’àuni se ficeru liuni.
Ognunu ‘a rrobba ‘e l’àutri mu se piglia,
Nne vidisti capate ed ujjazzuni!
Morza de corne e ccierri janchi ‘e lana
Vulàru ccà e dde llà ppe’ ‘nn‘ura sana

‘U cane, ‘a piecurella e ri cuuigli,
A ‘ssa vista, se ficeru ra cruce:
- Cchid’auni ed àuni! Chissi ccà su’ figli
De l’arcissimu! - disseru a ‘nna vuce.
Àutru ca pagurusi e bbonazzuni!
Chissi su’ ttigri! Chissi su’ liuni! —

‘Nu scrùopu chi, de supra ‘na castagna,
Cantava, ccu ru solitu languru,
‘Na canzuna d’amure a nna cumpagna,
‘Ncantata e pperza a ‘nnu cavune scuru,
Suprassidìu ‘nnu puocu e bbiscàu ccupu:
— L’ auni su’ d’àuni quannu cc’è ru lupu. —

sabato 28 marzo 2009

Incontro a Cinisello Balsamo (MI)

MartiranoLombardo.info

stemma Comune



Personaggi ed eventi storici della Calabria

Incontro del 18 dicembre 2005

foto della riunioneLa nostra Calabria è stata terra di personaggi gloriosi, che ogni anno vengono meritatamente onorati ed evocati sullo scenario della letteratura e della scienza. I loro meriti vengono riconosciuti dalle varie associazioni ed amministrazioni locali e, ancor più, da personaggi di notevole caratura culturale. L’ennesimo evento che ha sottolineato questa specificità calabrese, ha avuto luogo domenica 18 dicembre 2005 a Cinisello Balsamo, la cui Amministrazione ha patrocinato la manifestazione, organizzata dall’Associazione Amici Della Sila, dall’ Agorà Marchesato Di Crotone, da Amici Della Calabria, in collaborazione con l’Associazione Culturale Lombarda Amici Della Provincia Di Reggio Calabria, con Rhegion - Terra Del Bergamotto, con l’Associazione Socio-culturale Per La Storia e Le Tradizioni Degli Italiani In Patria E Nel Mondo “Giuseppe Pitrè”. Il meeting si è svolto nel palazzo settecentesco di rappresentanza della città di Cinisello, Villa Ghirlanda, nel Salone dei Paesaggi; tema della manifestazione: “Personaggi ed eventi storici della Calabria”. Sono stati invitati a partecipare le Amministrazioni Municipali di Martirano, Martirano Lombardo, Badolato, Scilla, Conflenti e le Amministrazioni Provinciali di Reggio Calabria, Crotone e Catanzaro. Erano presenti anche altre associazioni tra le quali “U Cannuni”, associazione culturale dei Mazzarinesi di Cinisello Balsamo. I temi trattati riguardavano sia personaggi che si sono affermati nel campo della scienza e della letteratura e sia il terremoto del 1905 che ha colpito gran parte del territorio calabrese. Il coordinatore e moderatore della giornata è stato il Dr Pietro Paolo Poidimani, Presidente del Globe Italia associazione “Giuseppe Pitrè”. Con lui sedevano tra gli altri, la Dr ssa Daniela Gasparini (Assessore alla Provincia di Milano, nonché ex sindaco di Cinisello), il Dr Bonofiglio Assessore della Provincia di Crotone, il Dr Sculli Presidente dell’Associazione Rhegion e Monsignor Renzo Vicario Generale presso la Cattedrale di Rossano. L’Assessore Anselmini ha introdotto la seduta parlando delle finalità e dell’ormai consueto appuntamento annuale di questo incontro. Dopo di lui, hanno preso parola altre autorità analizzando i relativi argomenti. Il primo discorso è stato presentato dal Dr Poidimani che ha tracciato un profilo su RAFFAELE PIRIA, professore universitario (tra i suoi allievi ci fu Cannizzaro) nato a Scilla nel 1814 e morto nel 1865, evidenziando che fu il primo a notare le proprietà antipiretiche della salicina; ciò ha ampliato e migliorato l’utilizzo della medicina nella cura delle malattie con stati febbrili, dando un importante contributo alla scienza. Nel 2005 ricorreva il 140° anniversario della sua morte. Nel secondo intervento si è affrontato il tema inerente al primo centenario del terremoto di Messina. Il sindaco Ing Eugenio Gallo ha introdotto la questione qualificando la nascita della “Nuova Martirano” un caso simbolo di storica solidarietà, a volte in contrasto con quanto succede oggi, in cui si tenta di dividere ciò che i nostri nonni a costo della propria vita hanno faticosamente unito, e agli egoismi e alle speculazioni esemplari del Belice e dell’Irpinia. Ha dunque posto l’accento sulla necessità di educare i bambini alla prevenzione, partendo dal principio che essa deve servire ad acquisire l’habitus nei confronti del terremoto. Infine, il sindaco di Martirano Lombardo ha ricordato agli astanti che proprio nel 2007 si celebreranno i cento anni di vita del piccolo ridente paese calabrese. Il tema è stato poi esaurientemente concluso dal sindaco Dr Filomeno Maruca che, ricordando gli antichi fasti, la storia e le glorie della vecchia Martirano, ha evidenziato le negative conseguenze socio-economiche post-terremoto subite dal suo piccolo ma grande paese. Il Prof Antonio Coltellaro, originario di Conflenti ma residente a Torino, reduce da una giornata di studio a Gradisca d’Isonzo (luogo dove Butera è sepolto), ha introdotto il terzo ed ultimo argomento della mattinata: Butera e la sua poesia. Dopo un breve cenno biografico del poeta, sono state recitate alcune sue poesie in vernacolo; molti presenti, commossi, hanno avuto modo di risentire quei profumi del sud ormai persi per sempre. In un clima festoso e cordiale, i numerosi partecipanti hanno seguito con trasporto ed interesse i vari interventi, devolvendo calorosi applausi. La giornata, conclusasi al Salone dei Paesaggi con la consegna di targhe ricordo di partecipazione, è continuata nel Salone Matteotti, dove i congressisti hanno dato inizio ad un pranzo conviviale allietato dalla musica del Gruppo Folkloristico dell’Associazione Calabrese di Garbagnate Milanese. La distribuzione della tipica “crustulata”, ciambella di pasta zuccherata, ha suggellato questo incontro con l’augurio di un risvolto prossimo e lungimirante. Eugenio Gallo, sottolineando l’entusiasmo e l’affetto con cui sono stati accolti dagli organizzatori e dai partecipanti, ha ringraziato Gino Gatto e ha dichiarato che “è stata un’esperienza bella e positiva a livello di rapporti con la nostra gente lontana dai propri luoghi d’origine e dagli affetti”.

Giovanni Lanzo
01-01-2006



Attività Centro Studi 2007

Anno 2007

5 febbraio 2007

Partecipazione del Centro Studi Butera al Convegno a Catanzaro sulla poesia dialettale.

maggio 2007

Gita sociale dell’Associazione culturale Augusto Placanica a Conflenti. Visita guidata da parte dei soci del Centro studi Butera. Pranzo sociale, visita ai luoghi descritti da Vittorio Butera

9 giugno 2007

Convegno a Conflenti su Butera e presentazione della nuova antologia delle opere del Poeta, "Canti e Cunti " a cura di Vittoria Butera. L 'organizzazione della manifestazione è stata effettuata dai soci Battista Folino e Corrado Porchia.

25 luglio 2007

Direttivo Centro studi Butera a Falerna. Programmazione di attività per il prossimo anno.


22 -25 Novembre 2007

Svolgimento delle “Giornate Buteriane” , ideate dal socio fondatore Dr.Giovanni Paola (Presidente del Consiglio Provinciale).

23 novembre: Butera e Lamezia Terme. Incontro con le scuole e le autorità della città presso il teatro Grandinetti. Convegno

24 novembre . Butera a Catanzaro.

Cerimonia commemorativa alla Provincia. Presentazione dell'opera dello scultore conflentese Enzo Butera. Consegna degli inediti del poeta da parte della nipote Sig.ra Anna Vitale al Centro studi in donazione.

Convegno sul Poeta al Plesso S.Giovanni con la partecipazione del Sindaco e della Giunta comunale



martedì 24 marzo 2009

testi



testi


Attività Centro Studi


La costituzione del Centro Studi Vittorio Butera è stata preceduta e seguita da alcune riunioni e manifestazioni.
Tra esse ricordiamo:


Gennaio 2005
Incontro fra i futuri soci fondatori dell’associazione culturale da intitolare a Vittorio Butera per stilare ed approvare un dettagliato programma di iniziative e di attività .


25 marzo 2005
Riunione dei futuri soci del Centro studi a Conflenti.
Dedica di una targa commemorativa al poeta nel luogo dove si trovava la sua abitazione.
Sono intervenuti: il Sindaco del paese, alunni delle scuole medie e elementari e un folto gruppo di cittadini.
( Purtroppo la targa è stata distrutta qualche giorno dopo da un conflentese, evidentemente, non in linea con le idee del " Centro Studi ".

25 maggio 2006
Incontro dei futuri soci fondatori (presso l’abitazione del Dr. Giovanni Paola). Si assume la formale decisione di costituire presso un Notaio, il Circolo culturale “Vittorio Butera”

1 giugno 2006
Escursione a Conflenti dall'Associazione Catanzarese di filatelia e collezionismo vario per conoscere i luoghi descritti dal poeta. Il gruppo è guidato dal dott. Antonio Barbato.
Nel corso della visita Antonio Coltellaro ha letto alcune poesie di Butera e presentato alcune zone caratteristiche del paese.
Ampia descrizione della storia del Santuario è stata data dalla prof/ssa Marianna Roperti.

27 agosto 2006

Presentazione del Centro Studi a Conflenti in occasione della Festa della Madonna. Oltre ai soci fondatori, è presente lo storico decollaturese Mario Gallo.



16 settembre 2006

Primo direttivo del Centro studi a Conflenti.

Il Presidente dott. Antonio Barbato presenta una relazione scritta con il programma delle attività per il prossimo anno.

Incontro con il sindaco del paese per programmare una serie di attività comuni.


27 ottobre 2006.

Presentazione del Centro Studi Butera da parte del Presidente dott. Antonio Barbato alla società culturale catanzarese in occasione della presentazione, presso il Circolo Unione, dell’Opera: Vocabolario del Dialetto Catanzarese del prof. Sorrenti

29 novembre 2006

Conferenza del Centro studi presso il Circolo Placanica sul tema: La casa del poeta, Catanzaro e Vittorio Butera. Lettura di poesie di Butera da parte del socio fondatore Battista Folino,

Si ricordano gli anni trascorsi dal Poeta a Catanzaro.

Presentazione dell’opera letteraria di Antonio Coltellaro: La lingua di Vittorio Butera.






‘U muntune e ri piecurari

Addimmannài:— Muntù, ‘ssi piecurari
Chi fin ‘a mmo fà ll’annu
Jìenu limuosinannu,
Cum’è chi mo su’ cchjni de dinari?
Me rispunnisti tuni:
— Se su’ ffatti muntuni!-

domenica 22 marzo 2009

Mina, Libbìce!

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‘Na murrata de pàssari, cantannu,
‘Na sira, intra ‘nu dèdaru,
Se jienu ammasunannu.
A ccatrizze, a mmuzziellu,
Cientu pped’ogni ggaramu,
Facìenu ‘nu ribbiellu.
‘U sule, tuttu fuocu,
S’astutàvadi a mmare, a ppuocu a ppuocu,
E ‘nnu spicchiu de luna chi parìa
‘Nna menza fauce ‘e granu,
Tale e qquale ‘na vìrgula, pinnìa
‘N chiummu, supra ‘sse case ‘e Marturanu.
A ‘nna bbotta se ‘ntise dde luntanu
‘Nu cantu colarusu
scinnìre chianu chianu
De mmierzu ‘ssu Mancusu.
Cumu s’abbicinava,
‘Na musica parìa;
De ‘n’ arpa chi sunava
‘A stessa vuce avìa.
I pàssari, a ru ‘ncantu
Tènnaru de ‘ssu cantu,
Finìeru llà ppe’ lIà dde ziulijare;
Ed unu chi se ‘ntise ‘ngrizzulare
‘I carni a ru lamientu
Disse:
- Chin’è ‘s’aggiellu
Chi de ccà suppra sìentu
Cantare ccussì bbiellu?
- ‘Ssa musica - le disse ‘nnu vicinu - Deccussì ffrisca e dduce,
‘Nud’è, foze ra vuce
De ‘nu viscignulìcchiu
majulinu.
Scuvatu a ‘nnu cuschinu
D’ìliche,
a Primarosa,
Campàu qquantu ‘na rosa:
De l’arva a ru matutinu.
E mmentre mo riposa
All’umbra de ‘sse canne,
‘A vuce sua se spanne,
Miraculu divinu,
Sempre cchiù dduce e ggranne,
De Savutu suttanu a Rrivintinu.
A mmalappena natu,
Senz’aspittare mu mintìa re pinne,
‘Nu cantu appassiunatu
A ru pizzu de l’anima le vinne,
E ru cantàu, ppicciune, duce duce,
A ri stilli de l’aria, a mmenza vuce.
Doppu, tu cchi bbidisti? A Jjumarata
Arrivaru ri canti e ll’armunìa.
‘Ntramente se passava ‘nna sunata,
A ru pizzu ‘na nova nne saglìa;
Pped’ogni ppinna d’ala chi mintìa
Era dd’accuordi ‘n’autra nova unnata.
Matina ppe’ mmatina,
Cchiù cchiara ‘e l’acquazzina,
Cce jittava, ccuntientu, ‘na canzuna;
Ad ogne ffatta ‘e luna
Era ‘nna sirinata,
Ma ccussì dduce chi parìa ccacciata
De ‘na corda trimante de viulìnu.
Ogn‘àrvule vicinu
I juri spampulava
Mu si nn’ abbivirava;
De Sassa a Rrivintinu
‘Na musca nu’ bbulava.
Cà mentre l’unna frisca,
Càrrica de l’adduru d’ogne rrosa,
Sagliadi a ra Virdisca
De sutta Primarosa,
‘U core d’ogni ffrùsculu s‘inchja,
Cumu stasira, de malincunìa.
Ma quannu, chianu chianu,
S’azzarijau re pinne,
‘A vuluntà le vinne
Dde jire cchiù lluntanu,
Ppe’ ccunzulare i vuoschi e ri canniti
De nuovi siti.
E ssi nne jìu... Pped’ìliche e Jìnostre,
Cantannu sempre miegliu e ppe’ ccavuni,
Ad autre terre de ‘ste terre nostre
Purtàu ccanti e bbiscuni.
Pue, nente cchiù!... Cumporma, ‘n cielu, ‘e piettu,
‘U vuolu addirizzau,
‘U sule, ppe’ ddispiettu,
‘E pinne le vrusciau,
E ru fice ccadire de scicille
Intra ‘na vampa chi parìu dde stille!
Morta ‘ssa luce,
Finìu ra vuce...
Ma zerte sire ‘e luna
Passa ppe’ ra Virdisca,
Ancòre l’unna frisca
De ‘na canzuna.
‘U vùoscu chi si nn‘era ‘ncuorpuratu,
‘A torn‘e ccanta ccu ru stessu accientu
‘Ntramente, duce duce, ccu ru jatu,
‘U scùotula ru vientu! -
Mina, mina, libbìcce!
Scùotula chianu chianu
‘Ssu cannitu luntanu,
Dduve ‘nu viscignuolu,
Ppe’ cce durmire ‘u suonnu cchiù ffilice,
Firmàu ll’urtimu vuolu.
‘E pàmpine rimina
A re canne, libbìce, ad una ad una.
Ogni gguccia chi cade dd’acquazzina
D’amure è nn‘a canzuna...
Mina, libbìce, mina!

sabato 21 marzo 2009

'E DUE CAMMISE



A ra gorna, 'stu viernu 'ntruvulata
De 'na chjna arrummante,
Si cc'è rricota, mo l'acqua 'nchiarata
De 'sta jumara nostra murmurante.
'U cielu si cce preja e, ccapusutta,
'Na fila 'e chjuppi si cce specchia ttutta.
Ccu ra cammisa a mmenza gamma azata,
Si cc' è rricota e llava re linzola,
D'allegre lavannare 'na murrata.
'N cielu d'amure 'na canzuna vola
E ll'accumpagna, fàttuse parola,
'U cantu de 'na zìula 'nnamurata.
Ma mòredi ccu 'nn'urtimu lamientu
L'amurusa canzuna cujjintara...
Allura, 'a cchiù qquatrara,
Amprannu cumu vela cuntra vientu
'A cammisa de sita chi rinchjara,
Dice a ra cchiù bbicina:
- Guarda, cammisa rara!
Guarda, cammisa fina!
L'ha ffilata 'na fata,
L'ha ttissuta 'nu ragnu,
E' ttantu dilicata chi me spagnu,
Purzì, de le dunare 'na guardata.
Chi sa de dduve vene!...
Me cape intra 'nu pugnu.
Trappànnula, m'addugnu
Quale valure tene!
'A manu chi 'a 'nsapuna
'A strince e 'u' ssi nn'adduna.
Criju ca mancu l'acqua
'A sente, mentre 'a sciacqua.
'U’ d'ha mmaniche, 'un tènedi fadelle,
'U d'ha spichìetti, lìefrichi, nimelle:
E' nnu lippu, è 'nnu velu trasparente...
Pare ffatta ccu nnente!
Ah, si nn'avèrad'una,
Pur'iu de 'ssa manera,
Cumu me ricrijera!
Ma 'na tanta furtuna
'U’d'è ppe' 'nna quatrara
Ch'è nnata lavannara!
-E bbrava a Ccarulina!
- Le disse Ccatirina -
Se vide ca lavannu
Tridici misi l'annu,
Te si' ffatta de pella dilicata,
Cumu 'na signurina!
Iu, no! Sugnu ristata
'Na lavannara vera
E 'sta cammisa mia nu' ra cancèra
Mmancu ccu ra cammisa de 'na fata!
'U' bbene dde livante,
'U' bbene dde punente;
E' rrustica, è ppuncente
Cumu 'nu vessicante.
Ma è ffatta ccu jjinostra
De chista terra nostra
E ppe' ra pella mia
E' 'nna galantaria!
'U' ll'ha ffilata 'a fata,
'U' ll'ha ttissuta 'u ragnu,
M'arriva a ru carcagnu,
Pare 'nna cirma ujjata;
Ma de 'ssa tua è cchiù mmeglia
Ch'armenu me cummeglia!
E puru ca me carda
E 'un cape intra 'nu pugnu,
Addura dde cutugnu
E ssa dde spicanarda!
Me ricuordu... Fo’ cota ccu ‘ste manu
a ‘nnu diestru luntanu;
Vulluta a 'nna quadara
Ccu ll'acqua 'e 'sta jumara;
Manganata, filata,
De sira, ‘mparu ‘mparu,
Avanti 'a vamparata
Cara 'e 'nu fuocularu.
A 'nnu granne tilaru
Vinne ddoppu tissuta
E ppue vinne ttagliata,
E ppue vinne ccusuta.
Era 'nnu palu l'acu,
'U filu era 'nnu spacu;
Ma cc' èradi turciuta,
Cchiù fforte, 'na spiranza :
Chilla chi, 'n quatraranza,
Avimu tutte avuta.
E ra stipài a 'nna cascia
De tavule d'apita,
De dduve, a ffrunte vascia,
Ccu mmie niscìu quannu niscivi zita.
'N'uominu sulamente
E ru sule l'hau bbista;
'A sita e ra battista
Nn'hàu ccanusciutu gente!...
Ma pue, quale durata
Tene 'ssa vilittella?
A ra prima lavata
Li se scurcia ra pella,
Mentre, ppe' qquantu fai,
'Sta mia 'u' sse strude mmai!
Doppu vint'anni 'e prova,
Guàrdala, ancora è nnova,
Ccu ttuttu ch'allivata
S'è ssupra 'sta fadella
'A cchiù ssanizza e bbella
De masculi nidata.
Ma, supra tuttu, penza
E 'ste parole pisa a ra vilanza :
'A sita èdi apparenza,
'A jinostra è ssustanza.

'Na ranocchia spurtiva,
Chi facìa ri sircizzi all'àutra riva,
L'accuse e re difise
D''e lavannare 'ntise ,
E ddisse a Ccatirina :
- Ha ttuortu Carulina.
Iu nud'usu cammise;
Ma si vene ppe' mmie puru 'ssa vostra
Moda pazzisca de purtare panni,
Pûe priedicare, Catirì, cent'anni,
Ma 'u' mmi nne mintu una de jinostra,
Mancu si tu te scanni! -

Incontro a Gradisca

Rappresentanza del Consiglio Provinciale di Catanzaro a Gradisca
Dicembre 2005

Tomba di Vittorio Butera a Gradisca

venerdì 20 marzo 2009

Incontro a Gradisca



Tomba di Vittorio Butera a Gradisca sull'Isonzo.

Foto di gruppo delle due rappresentanze del Consiglio Provinciale di Catanzaro e del Consiglio Provinciale di Gorizia.

Dicembre 2005

mercoledì 18 marzo 2009

Mamma Carmela

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Mamma Carmela, ccu ‘nna figlia ‘mbrazza
E ccu ‘nnu figliulìellu ppe’ ra manu,
A ru paise sue, de ‘nu luntanu
Vuoscu de pini, si nne torna. Jazza.
Porta ‘n capu ‘na sàrcina de ligna
Ed a scurare, a ppuocu a ppuocu, ‘ncigna.
Jazza. Cchiù sta, cchiù jjazza. Duce duce
Cade ppannizzijannu ‘a nive ‘ntuornu;
D’anima viva nu’ sse sente bbuce;
Perde ru vùoscu sempre cchiù ccuntuornu
E, mmu a ra casa ‘n sarvamientu arriva,
Auza dde cchiù ru pede ‘a cumitiva.
Ma, ad ura chi t‘adduni, ‘na timpesta
De nive ‘mpalluttata se scatina.
Visca ru vientu e ttantu forte mina
Chi pàrica se ‘mpesa ra furesta.
Sàgliedi a ppassi de giganti ‘a neglia
Ed ogne ccosa crùovica’ e ccummeglia.
‘U màsculu de friddu e dde pagura
Trema mmienzu a ‘ssa sorta de nivèra.
Ciance cchill’àutra povera criatura
E ra mamma s’affrigge e sse dispera.
Posa ‘nnu pede: a mmenza gamma affunna.
Àuza cchill’àutru: ‘u posa e ttorn‘e ‘mpunna.
Povara mamma! Cchiù ca po’ a r’allutta
Fa ccu ru vientu, chi l’affrigge e appretta;
Chi moni avanti e mmoni arrieti ‘a mmutta,
Chi moni a ddestra e mmoni a mmanca ‘a jetta.
‘U ‘nne po’ cchiù. Spune re ligna e ‘mbrazza
Se piglia ll’autru figliu e sse l’abbrazza.
Fìgliuma - dice - figliulella mia,
Ancòre cci nne vo’ ppemmu arrivamu.
Ancòre è longa, è ttantu longa ‘a via;
Ma nun ciancimu e nnu’ nne scumpidamu.
‘A Madonna nne vide e ‘u’ nn’abbannuna:
E’ ppuru mamma ed animu nne duna.-.
Intra ‘stu mentre, de luntanu, sona
R‘avemmaria. L‘affritta se strascina
Fin‘a ru muricìellu de ‘na cona
Chi se trova ppe’ ccasu llà bbicina.
‘Na lampa ad ùogliu; arrìeti na ‘mmitriata
Alluce ‘nna Madonna ‘Ndulurata.
Cumporma arriva, i figliulielielli spune.
Se caccia ru vancale e ra fadiglia.
‘U masculu cce mmùolica e ra figlia.
Resta ccu ra cammisa e ru jippune,.
Trema. Vatte re ganghe ad una ad una;
Ma chira mamma ‘u’ ssi nne mancu adduna.
E ccade ‘n terra gninucchjuni. ‘A cruce
Se fà ddicìennu: - ‘Ndulurata bbella,
‘Stu figliuliellu miu e ‘sta figIiuIelIa
Sàrvali tu, ppe’ ‘ss’uogliu chi t’alluce.
A mmie, Madonna mia, ricogliemìnne:
Ssa nive mu me crùovica chi scinne.
Ad illi, no! su’ dde ‘stu sangu ‘u jure,
Su’ ccarne de ‘sta carne chi se gnela.
Madonna mia, ricòglite a Ccarmela;
Ma sàrva ‘sse due pòvare creature.
Curaggiu, bbielli mie! Cchiù nnun cianciti:
Due mamme chi v’assistenu tiniti! -
E ssupra chir’affritti accuoppulata
Se conza, ppe’ ri mmiegliu cautilare.
Putìa, ma nu’ sse voze mmuoticare
De dduve amure ‘a trattinìa ‘nchiuvata,
‘A nive cummigliàu cchiru pagliaru,
Ma chiri quatrarielli se sarvaru!
‘A mamma, no! L‘ajjàru ssenza jatu,
Ccu ru mussu appuzzatu a ru fullune.
‘Ntramente dava a cchiru sangu amatu
l‘urtimu abbrazzu e ll’urtimu vasune,
De chiantu le niscìu ‘nnu schicciulune
E a ra prunella le ristàu ‘nchiatratu.

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martedì 17 marzo 2009

'A funtana 'e Fruntera



A ru paise miu, 'na vota, cc'era,
(E ppe' ffurtuna nostra, cc'èdi ancore)
'Na funtanella ditta de Fruntèra,
Chi nesce dde 'na petra figlialora.
Umbra le fà 'nna cerza 'ndedarata
Dduve l'aggielli càntanu a jjurnata.
De quannu munnu è mmunnu
'Ssa funtanella è stata
'A fata 'e 'sta cuntrata.
Ha ppirinchiùtu 'a vozza
All'antinati mie fatigaturi
E ppue l'ha rrifriscatu 'e cannarozza,
'Ntramente de simente
Inchjanu i surchi funni e dde suduri.

Ppe' ddare 'n'unuratu
Pane a ra gente chi l'avìa ssudatu,
Ha 'mpastatu 'a farina
De tutte 'ste mulina,
Ed ha ccu ttutti quanti i culaturi,
Abbiviratu juri
E rrose d'ogne mmise,
Mo' ppe' re gioie e mmo ppe' ri duluri
De tuttu 'stu paise.
Ma 'na matina, musiche, bannère,
Discurzi, vattimanu,

De 'nu vuoscu luntanu
Arrivàru zzert'acque furistere,
E ccu re furie pazze
D' 'e cunnutte furzate
Affunnìeru re strate,
Allagaru re chiazze
E 'nnu paise sanu
Riddusseru a ppantanu!
'A povara funtana de Fruntèra,
Se sa, fo’ abbannunata,
Ppecchì 'sta ggente nostra è ssempre stata
O 'ngrata o trafaccèra.
Fina chi l'ha ssirvutu
Ppe' rrifriscare cannarozza e jjuri,
L 'ha ssùbbitu rinnutu
Tutti quanti l'unuri;
Ma quannu ppe' ra site paisana
È arrivata 'n'atr'acqua furistera,
L 'ha ddittu: statte bbona, o de Fruntèra
Vecchia funtana!
Ma tu chi vìeni 'e suttaterra e 'mpunnu
Canusci cum 'è ffattu e bba ru munnu,
Nulla parola d'odiu o de minnitta,
Cara funtana de Fruntèra, hai ditta.
Ppe' ssupra 'u ceramìle
Chi nn'hadi n 'àutru accuoppulatu a pponte,
Discurri cumu prima cu ra fonte
Chi cum'è cchiara deccussì è ffidile.
E ccanti e ccanti. A 'nn 'apa ed a 'nnu jure,
De l'ùomini cchiù ddigni,
Cunsacri mo l'amure
Chi prima dave a ttradituri 'ndigni.
De supra chira cerza 'ndedarata
'Nu mìerulu rispunne a prijmavera
Ccu 'na canzuna tantu appassiunata
Chi finisce ccussì: funtana, spera!...
Passàru ll'anni. Curtu quantu amaru,
Vinne 'nnu malu mise de frivaru.
A terra, abbotracata,
'U nn'ha ppututu cchiù
E ss'è, ppardìu, spracata
De cientu banne: vuu!...
'A cunnutta furzata
A mmare è scigulata;
'E funtanelle asciutte
Se su' ttruvate tutte,
E ra gente 'mpidile,
Cchiù mmo ca prima 'ngrata,
Cchiù mmo ca prima vile,
A Ffruntera è tturnata.
A cchira funtanella abbannunata,
Ch'è ssempre llà dduv'era,
All'umbra de 'na cerza 'ndedarata,
Chi 'un cància dde bbannera.


Dice ra fonte: -Mo cchi cce vulèra
Ccu 'ssa canaglia 'ngrata,
Ccu 'ssa gente due vote trafaccèra,
Chi curre a ri bisuogni dduve tata?
'Nu pugnu de vilenu e sse pirdèra
Dde tutt'a radicata! -
Ma chira funtanella abbannunata
Rispunne dde ccussì: -Ppe' qquantu vili,
Penza ca me su' ffili,
O fonte 'ntruvulata. -
Ed ìnchje ri varrili
De chira gente 'ngrata.

lunedì 16 marzo 2009

'U quatru e ra tenna


'U quatru e ra tenna

Vidìennu, quann'eru quatraru,

'Na tenna 'nchiuvata a 'nnu muru,

- Ll'arrieti -dicìa - me figuru

Cchi qquatru cce ha dd'essere raru! –

Ppe' mmi nn'accirtare

L'avèra bbuluta arrassare.

Frattantu, eru tantu,

E, ppe' qquantu

I piedi e re vrazza stinnìa,

A cchira pardìa

D'atizza 'u' jjuncìa.

Ma 'mparu putivi,

'Na cascia, 'nu vancu,

'Na seggia e, intra mancu

'Nu creddu, saglìvi.

Trimannu cchiù assai de 'nu latru,

'A tenna tirài... Quale quatru?

Na macchia de muffa

Cce ajjavi…Cchi truffa!

‘Ntramente,

Dulente,

Scinnia,

Nu ragnu sapiente

Ccussì mme dicia;

-‘A vita, cumpagnu,

è ‘nna muffa,

de bbenne de sita

Cuverta, ppe’ ttruffa!-

Pinne mastre

Cugnume e nnume, Pane ddo’ Mmichele
Te dìcenu chin‘è ‘ssu cristianu:
‘Nu bbuonu, cum’è bbuonu ‘u pane ‘e granu;
‘Nu giustu, cum’è giustu Sammichele.

S’è bberu ca ‘nu juornu azàu re vele
Ppe’ ssi nne jire ‘e nue tantu luntanu,
Ligatu a ffilu duppiu a ru nustranu
Lassau ru core chi ‘un canusce ffele.

I cientu canti dduve ha mmisu manu,
Pàrenu scritti ccu ru miegliu mele
De tutti quanti i juri de Rumanu.
Vòlanu ‘n cielu, suli, senza vele,

Te trasenu a ru core chianu chianu.
Ah, ss’avèra ra pinna ‘e Ddo’ Mmichele!

domenica 15 marzo 2009

Attività " Centro Studi V. Butera "

Il Centro Studi " Vittorio Butera" è stato costituito presso il notaio Perrella di Lamezia Terme il


3 agosto 2006.


I soci fondatori sono:


Antonio Barbato - Catanzaro

Enzo Butera - Fiesole (FI)

Vittoria Butera - Falerna (CZ)

Antonio Coltellaro - Avigliana (To)

Battista Folino-Lamezia Terme

Giovanni Paola- Lamezia Terme

Corrado Porchia- Conflenti

Maria Luisa Rizzo - Donnici (Cs)

Michele Roperti - Lamezia Terme

Michelino Roperti -Lamezia Terme

Vincenzo Villella- Lamezia Terme



La sede provvisoria è a Conflenti (CZ) presso il Centro Unla, Via V. Butera.

Chiunque lo desideri può entrare a farne parte come socio ordinario scrivendo all'indirizzo sopraindicato o contattando uno dei soci fondatori.